Rignano Flaminio – Luoghi d’interesse

Rocca dei Savelli o “del Valentino”: massiccia costruzione in blocchi di tufo situata al centro del paese ed appartenuta alla famiglia dei Savelli; dopo il passaggio di Rignano sotto l’influenza della nobile famiglia spagnola valenciana dei Borgia venne ristrutturata da Cesare Borgia, al cui nome è rimasta legata.

“Cannone di Cesare Borgia”: dietro la Rocca dei Savelli, vi è una grossa Bombarda del ‘500, pezzo di artiglieria spagnola formato da verghe di ferro tenute assieme da anelli dello stesso metallo battuto: si dice fosse appartenuta a Cesare Borgia, ma in realtà si tratta di un’arma ivi abbandonata, probabilmente, dai Lanzichenecchi nel 1527, di ritorno dal Sacco di Roma.

Sarcofago: uno dei reperti più belli di Rignano, la sua prima destinazione era quella funeraria, poi successivamente usato come fontana pubblica nella piazza principale del paese, è senza dubbio un sarcofago romano realizzato tra la fine del II secolo e gli inizi del III secolo d.C., in epoca antonina. Eseguito in marmo saccaroide, ha un disegno a cassa “strigilato” raffigurante sulla parte frontale la “dextrarum iunctio” (il rito che, in età romana, costituiva la cerimonia del matrimonio) e, sui lati, figure sacrificanti.

Torre dell’orologio: insieme con la Rocca dei Savelli, costituiva l’ingresso all’antico borgo medievale cittadino. Sulla sommità è posto un ornamento in ferro in cui è visibile chiaramente l’anno della costruzione (1892). Ha subito alcune modifiche nel corso del tempo, soprattutto nella parte alta, dove erano presenti alcuni merli decorativi, eliminati a seguito di un restauro negli anni ’50.

Torre Savelli: palazzo fatto edificare da Luca Savelli (nipote di Onorio III) nel XIII secolo, di cui rimane soltanto parte della torre quadrata centrale ed alcuni tratti delle mura di cinta, visibili dal piazzale della Chiesa Collegiata in fondo al borgo antico.

Chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio: nell’antico borgo cittadino, dopo il restauro del 2011 ha acquistato un nuovo splendore; la datazione della prima chiesa è sicuramente di età medievale (1100-1200). Di antico rimangono due finestre ogivali ed il portale minore; il campanile a base quadrata e con un solo piano di bifore è costruito in blocchi di tufo come parte del fianco della chiesa. All’interno, vi è un’acquasantiera con lo stemma Savelli, un tabernacolo marmoreo in bassorilievo, materiali romani ed affreschi. Eretta a Collegiata da Paolo V Borghese con una Bolla del 1 gennaio 1614. Importante la Cappella del Crocifisso, con affreschi attribuiti ad Anastasio Fontebuoni, la Cappella di San Giovanni Decollato, la Cappella dei Santi Vincenzo e Anastasio e quella della Vergine Maria, con affreschi attribuiti a Vincenzo Manenti. A seguito dell’ultimo restauro, sono state rinvenute, nelle lunette dell’abside, scene della Passio dei Santi Abbondio, Abbondanzio, Giovanni e Marciano e, sulla parete sinistra in fondo, un affesco di buon livello stilistico raffigurante La Trinità databile all’inizio del 1500. Visibile nell’Oratorio del Gonfalone anche un Museo Parrocchiale, di recente allestito con antichi oggetti legati al culto.

Museo Parrocchiale (presso la Chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio): museo con esposizione di oggetti sacri e legati al culto della cittadina.

Chiesa dei SS. Abbondio e Abbondanzio: a circa tre chilometri fuori dal centro abitato, eretta nel X secolo sulle mura quadrate di un tempio pagano; nell’interno vi sono affreschi del ‘200 ed una cripta con un altare formato da un cippo marmoreo romano dedicato ad un certo C. Clodio Fabato. Stupendo il campanile romanico a bifore del XII secolo.

Cappella del crocifisso

Chiesa di Santa Maria della Pietà: al centro del paese, oratorio del XVIII secolo con dipinto della Deposizione e due lapidi che ricordano la fondazione della Cappellania nel 1696.

Palazzo Municipale e Cappella del Crocifisso: la sede comunale occupa l’edificio dapprima adibito ad “Ospedale della Misericordia o di San Nicola” (dedicato all’assistenza ai poveri ed agli ammalati che si recavano in pellegrinaggio verso Roma), poi ad ambulatorio medico del dottor Zeffiro Matulli, quindi a scuole ed asilo gestito per molto tempo dalle suore. All’interno dell’edificio, dove ora si trova la Sala Consigliare, è possibile accedere alla Cappella del Crocifisso, che conserva affreschi del XIV secolo (crocifissione con personaggi della famiglia Savelli).

Convento e Chiesa di Santa Maria delle Grazie: dopo essere entrati a Rignano, sulla destra, via Leonardo da Vinci conduce (dopo circa m 800) al Convento diruto di Santa Maria delle Grazie, fondato nel 1483. La Chiesa era a navata unica, preceduta da un portico e terminante in un vano trilobato coperto a crociera. Accanto è il chiostro con pilastri ottogonali in laterizio e resti di affreschi. Attualmente tutto il complesso è di proprietà privata e non visitabile.

Due documenti testimoniano la costruzione del Convento e l’aggiudicazione del medesimo in affitto al signor Antonio Selli di Civita Castellana dopo la soppressione dell’uso religioso voluta da Napoleone.

1650 – Relazione eseguita per l’archivio di S. Onofrio dal priore di Rignano, F. Angelo Biagioni della Congregazione del Beato Pietro da Pisa, Ordine degli Eremiti di San Girolamo durante il biennio 1648-50: “Il Monastero di S. Maria delle Grazie,… situato fuori della terra di Rignano Diocesi di Civita Castellana in luogo aperto vicino alla strada maestra lontano dalla terra un miglio. L’anno mille quattrocento ottanta tre Lelio di Ser Angelo da Rignano donò a Frà Paolo da Urbino un pezzo di terra, uicino la detta Terra di Rignano et in questo si edificò una Chiesa e Convento, aggiontoui il consenso dei Signori Canonici Lateranensi, et il fautore dell’Em.mo S. Clemente, Card. E della Rouere, il che tutto fu autenticato con un breue di Sisto quarto. Il titolo fu chiamato S. Maria delle Grazie in Monte Lucerano; la Chiesa in uolta di lunghezza canne nuove, con sette altari. Il Monastero è di struttura quadrata di mediocre edificio, con suo Plaustro dipinto a chiaro scuro, con due Refettorij, uinti camere et un salone, con stalle e suo fienile. Ci abitano di famiglia sacerdoti n° tre, laici uno. Il P. Angelo Biagioni da Pistoia, Priore”.

1810, 8 ottobre – Contratto di affitto degli immobili del soppresso Convento dei Gerolamini di Rignano. Direz. Di Roma. Ufficio di Civita Castellana.

Il Sotto Prefetto di Viterbo ha aggiudicato in affitto dopo regolare gara con la candela e l’incanto è ammontato a scudi 90.

“È stata accesa l’ultima candela, estinta la medesima, e niuno avendo coperta l’ultima offerta, il Sig. Prefetto ha definitivamente aggiudicato la gara al Sig. Antonio Selli di Civita Castellana”. F.to sig. Bonnet (tenente francese dell’esercito napoleonico).

Nel 1900 la comunità parrocchiale di Rignano la quarta domenica di quaresima usava recarsi in processione presso la Chiesa di S. Maria delle Grazie ed ivi si celebrava la Santa Messa. Al termine si faceva festa e si mangiava sui prati vicini con broccoli fritti, frittate, salame, ciambellone, mele, pizzancotte, tozzetti, anguille marinate e boccette di vino. Qualcuno portava anche qualche strumento musicale e si suonava e ballava in allegria. Lungo la strada che portava al convento sostavano, poi, alcune bancarelle con le “mosciarelle”, ossia le castagne secche. Da qui venne anche detta la festa della Madonna delle “mosciarelle”.

Museo della Cultura e delle Tradizioni Cittadine e Centro Informazioni Turistiche: museo con esposizione di oggetti, attrezzi ed utensili legati agli antichi mestieri; mostra fotografica con immagini di repertorio; raccolta documenti, pubblicazioni e stampe legate alla cittadina; una sala è dedicata al gemellaggio con la città spagnola di Valencia.

Antica via Flaminia: la via Flaminia fu costruita alla fine del III secolo (223 o 220 a.C.) per collegare Roma con l’ager Gallicus dal console romano Caius Flaminius; sono ancora oggi visibili i classici basolati all’ingresso nel paese e da far notare che Rignano Flaminio conserva il tratto più lungo e meglio conservato dell’antica via Flaminia.

Catacombe dei SS. Martiri: detto anche cimitero di Santa Teodora, matrona romana che lo fece costruire e dove fu sepolta. Nell’interno i loculi sono quasi tutti aperti, vi si nota qualche iscrizione su argilla ed un ritratto del Cristo. Le prime sepolture furono fatte durante le persecuzioni di Diocleziano (303 d.C.), le ultime risalgono al 424 d.C..

Torre Busson: alla confluenza dei fossi di Valle Castagna e di Monte Casale, vi è il Castello diruto di Morolo (detto ora “Torre Busson”, forse dal nome di un antico affittuario o proprietario), raggiungibile dalla via Flaminia imboccando all’altezza del chilometro 36,100 (sulla sinistra provenendo da Roma) una stradina campestre. Una località Mauroro era già citata in un diploma di Ottone III del 996, il Castello passò poi ai Savelli e, ridotto a casale, fu dei Tasca (1449), dei Muti (1573), degli Scapucci (1591), finchè nel 1611 fu acquistato da Marcantonio Borghese insieme a Rignano. Rimane una torre a base quadrata ed i resti di un palazzo rinascimentale a due piani.

Chiesa di San Giuseppe: edificio di culto costruito più di recente e consacrato il 25 settembre 1982 (come ricordato dalla targa celebrativa che si trova all’interno). Presenta un’unica navata ed è possibile ammirare un Cristo Morto e Risorto, opera in legno eseguita artigianalmente ad Ortisei, ed altre opere di pittori locali contemporanei (i riquadri dedicati ai SS. Vincenzo e Anastasio e a San Giuseppe di Bruno Manoni e la via Crucis di Luigi Modesti).

Chiesa della Madonna del Giglio: cappella votiva rurale edificata sulla strada che conduce a Faleria; la sua denominazione trae origine dalla raffigurazione ad affresco di una Madonna con Bambino che stringe un giglio.

Monumento ai SS. Patroni Vincenzo e Anastasio: posto alla confluenza della via Flaminia con il centro cittadino è stato voluto fortemente dall’allora parroco mons. Henry Rocchi e dal sindaco Sandro Marcorelli, a ricordo del Giubileo dell’anno 2000 ed a testimonianza della trasmissione della fede e della devozione ai Santi Patroni alle generazioni del nuovo millennio. Opera dell’artista concittadino Rinaldo Vannini, è stato realizzato con il contributo della popolazione ed inaugurato il 22 gennaio 2001 durante la processione nella solennità dei Santi con la benedizione del vescovo, S.E. mons. Divo Zadi.

Nel gennaio 2020 le sculture in bronzo hanno avuto bisogno di una “rinfrescata” superficiale per ravvivare il colore, la luce e i volumi. Il restauro è stato realizzato rispettando la “patina” data dal tempo, prezioso ed insostituibile regalo, ad un’opera d’arte. La patina impreziosisce la superficie che viene percorsa dallo sguardo, con sfumature di colore e giochi di luce; essa accentua i volumi stabilendo rapporti di proporzione e profondità costruiti dall’insieme della composizione. È proprio questa particolare attenzione che evidenzia l’importanza dei bronzi per il significato che rappresentano e la profondità spirituale che esprimono.

A gennaio 2021, poi, in occasione della festa e grazie al contributo dell’Amministrazione Comunale del sindaco Fabio Di Lorenzi e del Comitato, è stata integrata anche una targa sempre realizzata dall’artista Vannini a completamento del Monumento stesso: una stupenda opera in bronzo che riporta la frase attribuita al filosofo Bernardo di Chartres (“..siamo nani arrampicati sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l’acume della vista o l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti”).

Chiesa di Santa Maria della Pace: situata nella zona residenziale di Montelarco, è stata fatta costruire agli inizi degli anni Novanta e la prima Messa è stata celebrata nel Natale 1991 dal parroco mons. Federico Michelangeli (come ricordato in una targa posta all’interno, sulla destra), durante la guida pastorale della diocesi di S.E. mons. Divo Zadi e l’Amministrazione Comunale di Enio Salvatucci.

Castellina de Miremont (già “Casino di caccia di Lucrezia Borgia”): si tratta di una villa di campagna o casale del XV secolo, con pianta approssimativamente rettangolare, su tre piani, ed uno splendido cortile interno. Veramente privilegiata ed incantevole la sua posizione geografica. Essendo sempre stato di proprietà privata (e lo è ancora oggi), i proprietari che si sono succeduti hanno mantenuto l’edificio in ottime condizioni e senza fare stravolgimenti architettonici e stilistici. Oggi splendida location per eventi e banchetti.

(Per maggiori info e prenotazioni: sito internet: www.castellinademiremont.com – Facebook e Instagram: Castellina de Miremont – cell.: +393496481202)

L’Associazione Pro Loco organizza, su prenotazione, visite accompagnate gratuite a tutti i siti d’interesse: basta prenotarsi presso il Centro Informazioni Turistiche o chiamare il numero 3314378825 o inviare una mail (proloco.rignano@virgilio.it) o contattarci attraverso i canali social Facebook o Instagram.

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